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Valore D

Valore D ha scelto di sostenere la campagna “Punto su di te” per confermare ed evidenziare le opportunità per la società, l’economia e le aziende derivanti dalla crescita del talento femminile nel mondo del lavoro.

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Valore D è la prima associazione di grandi imprese creata in Italia per sostenere la leadership femminile in azienda.
Nata nel 2009 dallo sforzo comune di dodici aziende virtuose, ha raggiunto oggi 144 imprese associate, con l’obiettivo di promuovere la diversità, il talento e la leadership femminile per la crescita delle aziende e del paese.

L’attività di Valore D si sviluppa in tre direzioni: verso le donne, le aziende italiane e la società nel suo complesso. Promuove un’organizzazione aziendale innovativa che superi i pregiudizi impliciti legati al genere e favorisca la conciliazione, fornisce alle donne manager strumenti e conoscenze utili alla loro crescita professionale e propone un nuovo modello culturale che prevede una piena partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del Paese.

Le aziende sono il cuore dell’associazione perché hanno il compito fondamentale di tradurre in scelte manageriali la necessità di avere più donne in grado di determinare le strategie delle industrie. Possono farlo identificando percorsi di carriera basati sul talento e sul merito, creando bacini di talentuose a cui attingere per le posizioni di vertice e promuovendo il riconoscimento della leadership diversa da quella prevalente. Il ruolo di Valore D è rendere tutto questo più semplice e veloce, favorendo la condivisione delle buone pratiche e mettendo a fattor comune obiettivi, strumenti e strategie.

Valore D ha scelto di sostenere la campagna “Punto su di te” promossa da Pubblicità Progresso per confermare ed evidenziare le opportunità per la società, l’economia e le aziende derivanti dalla crescita del talento femminile nel mondo del lavoro.
Puntare sulle donne significa innanzitutto portare diversità di idee e possibilità di confronto, e dunque sostenere crescita e innovazione. Parità di genere nel mondo del lavoro non si traduce solo in una società più equa, ma anche in un’economia più fiorente. Le donne che lavorano investono sull'istruzione dei figli e generano un indotto che crea occupazione per altre donne. Inoltre, più le donne lavorano e sono indipendenti economicamente, più si sentono sicure e possono progettare la loro vita familiare e la loro maternità, incrementando il tasso di natalità. Se solo riuscissimo a trasferire le potenzialità delle donne italiane nel nostro mercato del lavoro, apriremmo la strada a nuove e ambite opportunità di crescita.

Purtroppo, ancora oggi il mercato del lavoro presenta importanti discriminazioni e disuguaglianze che, nella pratica, colpiscono soprattutto le donne. In Europa ci sono più donne laureate che uomini, e generalmente le donne si laureano con voti più alti. In Italia, per essere precisi, ci sono 155 laureate donne ogni 100 uomini (Dossier Openopolis, 2015), ma nonostante questo le donne continuano a guadagnare di meno. Nel Vecchio Continente mediamente per la stessa mansione la remunerazione delle donne è del 16,4% inferiore a quella degli uomini.
In Italia il cosiddetto “Gender Pay Gap” è intorno al 7%. Seppur in peggioramento (nel 2008 la percentuale era al 4,9%), il nostro Paese è ben sotto gli altri grandi Stati Membri dell’Unione Europea: la Francia ha un gap del 15,20%, il Regno Unito del 19,70% e la Germania del 21,60%.

Le cause di questo divario sono complesse. Certamente permane un problema culturale, che porta le famiglie a non condividere in maniera equa le responsabilità e i carichi di cura. Di conseguenza, le donne subiscono interruzioni di carriera più frequenti e spesso non tornano a lavorare a tempo pieno. Inoltre la maggioranza dei lavoratori precari o part time sono donne, e questo crea un impatto negativo sulle possibilità di crescita professionale, di formazione, e dunque di crescita del salario.

Un’informazione trasparente e un impegno concreto sono dunque indispensabili per colmare il divario e promuovere un modello inclusivo, meritocratico e scevro da pregiudizi.

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